I particolari nel servizio |
Cronaca
/
Politica
/
Sanremo e dintorni
/

Corruzione a Sanremo, presentati 3 atti di appello contro le condanne di Bissolotti ed Esposito

31 ottobre 2007 | 13:59
Share0
Corruzione a Sanremo, presentati 3 atti di appello contro le condanne di Bissolotti ed Esposito
Corruzione a Sanremo, presentati 3 atti di appello contro le condanne di Bissolotti ed Esposito
Corruzione a Sanremo, presentati 3 atti di appello contro le condanne di Bissolotti ed Esposito
Corruzione a Sanremo, presentati 3 atti di appello contro le condanne di Bissolotti ed Esposito
Corruzione a Sanremo, presentati 3 atti di appello contro le condanne di Bissolotti ed Esposito
Corruzione a Sanremo, presentati 3 atti di appello contro le condanne di Bissolotti ed Esposito

Due sono i ricorsi per Bissolotti, uno presentato dall’avvocato Alessandro Mager di Sanremo e l’altro dall’avvocato Pier Maria Corso di Milano. Per Esposito, hanno depositato un atto i legali Alessandro Moroni e Vincenzo Icardi.

Sono tre gli atti di appello presentati, stamani, contro la sentenza di primo grado del tribunale di Sanremo che, il 16 ottobre scorso, ha condannato a 4 anni e 5 mesi di reclusione (con le accuse di concorso in concussione), l'ex assessore al Turismo della citta' dei Fiori, Antonio Bissolotti e l'imprenditore nel campo dello spettacolo, Angelo Esposito (accusato anche di truffa), all'epoca dei fatti patron dell'Accademia della Canzone di Sanremo, il concorso che premiava i vincitori con l'accesso diretto al Festival della Canzone, nella sezione Giovani. Due gli atti di appello a favore di Bissolotti, che sono stati depositati: a Milano, da parte dell'avvocato Pier Maria Corso e a Sanremo, da parte dell'avvocato Alessandro Mager; per quanto riguarda Esposito, c'e' un ricorso depositato a Sanremo, da parte dei legali di parte, Alessandro Moroni e Vincenzo Icardi. Il ricorso per ciascun imputato consta di un centinaio di pagine, nelle quali gli avvocati della difesa cercano di smontare, punto per punto, tutti i presupposti della condanna contenuti nella motivazione redatta dal Collegio.

Motivazione che era stata illustrata, contestualmente alla lettura della sentenza, abbattendo di 30 giorni (da 45 sono scesi a 15) i giorni disponibili per depositare l'appello. Nell'illustrare le motivazioni, il Collegio evidenziò il ruolo chiave avuto dall'ex commercialista di Esposito, Silvano Lorenzi, che autoaccusandosi di truffa (reato per il quale venne condannato a 8 mesi) dichiarò in sede di testimonianza di aver piu' volte falsificato i consuntivi di spesa del proprio cliente (esposito), in modo che potessero combaciare con i preventivi (gonfiati) presentati in Comune e in base ai quali venivano rilasciati i contributi. L'ex commercialista, in fase di deposizione, disse pure di aver sentito parlare di tangenti che Esposito doveva versare a Bissolotti. Il magistrato fece anche notate come, i contributi assegnati dal Comune di Sanremo, all'imprenditore Esposito, siano cresciuti con la nomina ad assessore al Turismo di Bissolotti, passando dai circa 378 milioni di vecchie lire del 1996, al miliardo e 220 milioni del 2002.

Il magistrato spiegò pure come il fogliettino di carta, sequestrato dagli inquirenti, con su scritto 260.000 euro sotto la voce 'viaggi', rappresentasse un occulto preventivo di spesa per le tangenti da versare a Bissolotti e non l'ipotizzata cifra preventivata per portare a Sanremo: principesse, ambasciatori e altri personaggi ospiti della manifestazione 'Etnie'. A incastrare Esposito, oltre a diverse intercettazioni telefoniche, ce ne sarebbe anche una ambientale (audio), in cui l'imprenditore, nel contare delle banconote ritirate in cassaforte diceva 'questi… domani li porto a Bissolotti'. Non erano, dunque, biglietti o pass, come sostenuto dalla difesa, ma banconote.

In ultimo, non concedendo attenuanti generiche, per via della reiterazione del reato, il collegio ha fatto notare come le tangenti provenissero da denaro pubblico che Esposito otteneva sotto forma di contributi per le manifestazioni e, in parte, rigirava a Bissolotti. In merito al mancato blitz della Finanza nell'ufficio di Bissolotti, durante l'ipotizzata cessione del denaro da parte di Esposito, il Collegio ha evidenziato che gli inquirenti avevano deciso di non intervenire per non compromettere le indagini. Nel cercare di smontare tutto il castello accusatorio, la difesa ha voluto sottolineare nell'atto di appello, come la condanna provenga da una serie di indizi che possono portare a conclusioni diverse a secondo delle letture date agli stessi e dei punti di vista.

Insomma, mentre per l'accusa e per il Collegio la somamtoria degli indizi proverebbe la colpevolezza dei due imputati, per la difesa la stessa sommatoria scagionerebbe entrambi. Tenendo presenti i tempi della giustizia, è facile che l'appello non sarà discusso prima del 2009.