SAN MAURIZIO PATRONO DI RIVA L |
Cultura e Spettacolo
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Un Santo dei primi secoli sempre attuale

12 settembre 2007 | 06:32
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Un Santo dei primi secoli sempre attuale

Alcune riflessioni sulla vita di san Maurizio Martire e alcune indicazioni su come oggi si possono vivere i suoi insegnamenti

San Maurizio è l'intrepido comandante, della legione tebea martirizzato insieme ai suoi compagni per essersi rifiutato di sacrificare agli dei.
La preghiera liturgica, della Messa, ne mette in evidenza "la forza di combattere con esemplare costanza la pacifica battaglia del Vangelo". Non è forse questa la condizione indispensabile per la nostra salvezza, secondo gl'insegnamenti di Gesù? Non si salva colui che si accontenta di dire "Signore, Signore", ma solo chi lavora, combatte, s'impegna con tutte le forze, per cambiare la propria vita, sotto l'influsso, ovviamente, della parola di Dio e nella prospettiva del Regno. Questo cambiamento, che passa dalla conversione del cuore, non potrà non esprimersi con gesti concreti nella vita quotidiana. La santità coinvolge l'intera esistenza del cristiano. Diventa ascesi, salita; diventa sforzo concreto e quotidiano, sorretto dalla grazia di Dio; diventa capacità di accogliere ogni giorno quel tanto di croce che la fedeltà al Vangelo comporta. Nel nostro pensiero la parola "croce" è sinonimo di sofferenza, sa di disgrazia. Ma nel pensiero di Gesù esprime ben altro. Il Vangelo ci fa capire come la croce, mediante la quale Gesù salvò il mondo e ci amò fino al colmo, sia l'esatta misura della fedeltà certa a Dio: quella che testimoniano i Martiri. La misura della croce è, pertanto, la misura dell'abbandono, il che significa andarsene dalle proprie convinzioni, dalle proprie perverse abitudini, dai comportamenti ambigui e di facciata, dagli accomodamenti quotidiani ai propri egoismi, dalle apparenze di vita cristiana, dalle infedeltà, e da quant'altro offenda la legge di Dio e la coscienza.
Nella vita cristiana non c'è, dunque, spazio per i percorsi brevi, per le mezze misure. Queste non fanno che denotare la più grossa disgrazia dello spirito, cioè quella di non aver scoperto Cristo e che cosa sia per l'uomo, per me, per la mia salvezza e la mia realizzazione. In questa disgrazia non c'è posto per una pienezza di significato e di gioia: è la sventura di tanti uomini e giovani di oggi.
"Perdere la vita" e "guadagnare la vita" sono pertanto correlati. Sono due movimenti di una stessa vita, quella del cristiano, quella del santo. Guardare a San Maurizio intrepido nella fede, diventa atteggiamento di grande attualità se si considera il fenomeno odierno della più radicale laicizzazione del nostro mondo occidentale, e quell'altro, più legato ai cristiani, che va col nome di "apostasia silenziosa". Autorità tutte che cordialmente saluto, la vostra lodevole presenza mi fa dire che il legittimo, doveroso e onesto impegno per un giusto sviluppo economico del paese non dovrebbe mai offuscare il primato dei valori etici e spirituali, garanzia di crescita armoniosa, di dialogo, di accoglienza e di condivisione. Questi valori sono assicurati quando si lavora per una fedeltà "creativa" alla tradizione umanistica e cristiana che è all'origine della nostra cultura e del nostro paese, antica fondazione.

L'uomo ha sempre sete di verità e di valori autentici. Ogni rinuncia a servire l'uomo nella sua verità ontologica, cioè costitutiva, quella impressa dal Creatore, ogni asservimento ai soli bisogni materiali, o a pseudo culture chiuse alla trascendenza, sarebbe un vero tradimento, la condanna a morte del paese è l'annientamento totale dell'essere umano. Quindi, la festa di San Maurizio , Patrono del paese, dovrebbe ogni anno farci riflettere sull'amore che portiamo a questo paese, se cioè, amandolo, siamo disposti a farlo crescere tanto nei suoi aspetti civili, quanto spirituali e morali. Ai suoi cittadini Giorgio La Pira diceva: «Amate la vostra città perché fa parte di voi. Ogni città racchiude in sé una vocazione e un mistero. Amatela come si ama la casa comune. Fate che il volto di questa vostra città sia sempre sereno e pulito. Non vi siano fra voi divisioni essenziali che turbino la pace e l'amicizia. In ogni casa i bambini siano custoditi come la ricchezza suprema della città intera! E dove gli anziani trovino conforto sereno, amoroso tramonto». Parole sante e, oggi più che mai, da non dimenticare! Questa celebrazione sia per tutti stimolo a lavorare sempre, con particolare dedizione, per il vero bene di questo paese realtà complessa, cercando di capirlo dal di dentro e di parlare al suo cuore, cogliendone le difficoltà antiche e nuove con l'animo e l'atteggiamento concreto del buon samaritano. Questo è il vero contributo perché il suo sviluppo avvenga nel segno del primato della persona umana e di una cultura aperta ai valori dello spirito.