




Le dive anni 40 come muse ispiratrici per le collezioni autunno inverno 2007 Rita Hayworth, Lauren Bacall, Veronica Lake, le icone cult degli anni 40 simbolo di una burrosa femminilità e sinuosa eleganza fonte d’ispirazione per le collezioni invernali
Come folgorati dalla femminilità a tutto tondo, gli stilisti abbandonano l’idea di donna androgina e le fattezze ultra slim, per dedicarsi allo studio dei canoni tipici della couture, dove il corpo femminile viene avvolto in abiti ben costruiti, cuciti e strutturati secondo una silhouette a palloncino.
Consideriamo il periodo storico di ispirazione: finita la guerra, la ricostruzione comincia da un look meno rigoroso e più spensierato. I volumi si ammorbidiscono, la femminilità esce allo scoperto e il “due pezzi” prende piede: le giacche avvolgono morbide le spalle, le gonne si stringono a ballon sotto al ginocchio.
Le divine ispirano, ma ognuno interpreta a suo modo.
Lo stilista nato per disegnare piccoli capolavori sartoriali e amato da tutto lo star system – signore Beckham e Cruise in prima fila a tutti i suoi defilè – è Giambattista Valli.
Le sue proposte sono tutte costruite secondo gli antichi mestieri dei sarti – ovatte, intelaiature, stecche di balena- e arricchite da virtuosismi stilisti che fanno tanto couture –plissettature, drappeggi e fiocchi. Preziosa la carrellata dei suoi abiti cocktail: per tutti silhouette a uovo e raso di seta, il bianco e nero come sovrani dei colori per occasioni davvero speciali (v. foto).
Elegante come solo il maestro può esserlo, ma anche ironico è Giorgio Armani nella presentazione della sua giovane linea Emporio, dove la perfezione dei materiali e delle rifiniture dei deliziosi abiti, piccoli cappotti e gonne mini è sdrammatizzata da spensierati colori verde acqua glicine, rosa aurora e grigio perla(v. foto).
Per chi, invece, ama l’effetto show non può di certo passare inosservato con l’abito tubino accartocciato in argento e oro indossato da Giselle alla sfilata di Dolce & Gabbana o l’abito bustier “impacchettato” nel tulle e serrato in vita da bustier di vernice che ricordano cinture di castità.
Proprio nell’impiego dei tessuti tecnologici èlLa novità del duemila: così Versace propone la sua donna manager in dress code realizzati con stuoia di nylon e gabardine di viscosa e di un rosso deciso, Antonio Marras usa il vinile accostandolo all’arancio fluo nei cappotti grigi e Roberto Cavalli, re degli eccessi,cede ad un’atmosfera più sofisticata, da “Assassinio sul Nilo”, proponendo sahariane in stile coloniale.
Ogni stagione la moda propone dei modelli, li idolatra per poi completamente stravolgerli la stagione successive: prima la donna sportiva, poi la donna androgina, poi la lolita ed ora la donna burrosa. Impossibile stare dietro a questo trasformismo. Impossibile e deleterio.
Una divina dei nostri giorni, Sharon Stone, intervistata proprio per commentare questa nuova svolta sensuale, ci propone il suo abc della moda:
A – come afrodisiaca;
B – come “brain”, cervello, senza il quale nessuna bellezza può conquistare;
C – come carisma.
Consigli da una donna che è sicura di sé non teme il passare degli anni e non è mai schiava di una tendenza, ma si appropria dei canoni della moda per trasformarli secondo la sua personalità.