Il killer era seminfermo di mente

14 settembre 2007 | 07:25
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Il killer era seminfermo di mente

Sergio Bosio, 38 ani, l’uomo che il 18 dicembre del 2006 accoltellò e uccise il fratello Eraldo, è stato dichiarato semi-incapace di intendere e di volere

E' stato giudicato seminfermo di mente, ma non completamente incapace di intendere e di volere, Sergio Bosio, 38 anni, il giovane reo confesso dell'omicidio del fratello, Eraldo, accoltellato e ucciso, il 18 dicembre scorso, nell'abitazione di famiglia, in frazione Porra, a Ventimiglia. E' quanto risulta dalla perizia psichiatrica, disposta dal gip Maria Grazia Leopardi del tribunale di Sanremo ed elaborata dallo psichiatra sanremese, Giovanni Sciolè. La consulenza medica verrà presentata, lunedì prossimo, nel corso di un'udienza in tribunale a Sanremo. Sergio Bosio venne arrestato dai carabinieri, a Taggia, il 28 gennaio scorso, dopo oltre un mese di latitanza. I militari lo avevano sorpreso mentre rovistava in un cassonetto dei rifiuti. Nel tentativo di sfuggire alla cattura tentò di colpire con un cacciavite un maresciallo e, per questo motivo, gli venne imputato anche il tentato omicidio. Dal quadro psicologico risulta che l'imputato, al momento di compiere l'omicidio si trovava in uno stato di capacità "grandemente scemata". Terminologia, quest'ultima, che indica uno stato di seminfermità mentale o parziale incapacità. Il deposito della perizia avverrà nelle forme dell¹incidente probatorio, dopodiché l'avvocato Mario Ventimiglia, che difende Bosio, potrebbe decidere di accedere al rito alternativo, durante il quale prospetterà diverse argomentazioni difensive e non solo quella dell¹attenuante che spetta al soggetto che versa in uno stato di incapacità totale o parziale, ma anche elementi che possono portare ad una valutazione diversa, in senso più favorevole al reo.