Sanremo: Carlo Alberto Redi ospite il 13 giugno dei Grandi Incontri

9 giugno 2005 | 22:00
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Sanremo: Carlo Alberto Redi ospite il 13 giugno dei Grandi Incontri

Un grande scienziato italiano che aiuta a combattere le malattie più terribili sarà ospite lunedì 13 giugno (ore 17, Museo Civico) dei Grandi Incontri a Sanremo.E’ Carlo Alberto Redi, 56 anni, pavese e titolare dei corsi…

Un grande scienziato italiano che aiuta a combattere le malattie più terribili sarà ospite lunedì 13 giugno (ore 17, Museo Civico) dei Grandi Incontri a Sanremo.
E’ Carlo Alberto Redi, 56 anni, pavese e titolare dei corsi di Biologia delle cellule staminali e Biotecnologie ambientali nell’Università di Pavia.
Redi è in Italia tra i più avanzati studiosi di medicina rigenerativa grazie alle sue ricerche sulle cellule staminali e la clonazione terapeutica. A lui si devono la determinazione dei tempi di sostituzione delle protamine nel corso della formazione del pronucleo maschile; il ritrovamento di una nuova popolazione di topolini a Seveso, in altri termini figli della diossina; e l?identificazione  del tipo di oocita competente allo sviluppo embrionale (una scoperta questa coperta da brevetto internazionale).
Attualmente il biologo pavese si occupa dello sviluppo di un citoplasto artificiale per la riprogrammazione genetica dei nuclei di cellule somatiche. Per comprendersi, ha potuto moltiplicare una linea staminale di origine embrionale. Obiettivo il reimpianto allo scopo di combattere gravi malattie.
Si tratta di un risultato scientifico di altissimo livello pari a quanto scoperto e sperimentato negli ultimi mesi  in Gran Bretagna, Israele, Corea del Sud, ed in alcuni Stati degli Usa. Il fine – s’intende – è trovare le vie più utili per vincere i mali più gravi che finora hanno afflitto l’uomo: il Parkinson, la leucemia, i tumori ma anche le grandi ustioni, il diabete, l’infarto del miocardio, la degenerazione della cornea. Tutto partendo dalla sperimentazione di cellule embrionali non contaminate. Una tecnica già conosciuta il cui reimpianto su organismi malati ha già prodotto risultati molto, molto confortanti. Ma il problema della scienza di oggi sta nel potenziale moltiplicabile di queste cellule che viceversa non basterebbero che a curare un singolo malato e forse nemmeno questo.
Si capisce dunque come la presenza di Redi a Sanremo sia oggi di grandissima attualità e infatti lo scienziato pavese parlerà  de Le nuove forntiere della genetica nelle scienze della vita. Parlerà cioè delle possibilità che la nuova medicina, quella che viene chiamata medicina rigenerativa offre per debellare malattie cui finora la farmacopea ufficiale non è in grado di contrapporsi.
La presenza di Redi giunge nel momento di massima intensità del dibattito sulla liceità delle ricerche sulle cellule staminali, cosa che non si risolve soltanto nel tema della fecondazione assistita motivo del Referendum di domenica e lunedì mattiuna prossimi. Un dibattito che si è svolto e si svolge sulla natura umana anziché sulla condizione umana. La prima infatti attiene al campo della scienza e dunque dlela biologia, la seconda a quello della poltiica che invece in questi giorni e in queste ore “invade” pesantemente il campo della ricerca con valutazioni morali che poco hanno a che fare con il contenuto delle ricerche stesse, il cui oggetto – appunto – è l’immenso campo della tutela della vita umana. Facciamo alcuni esempi: staminali embrionali di topo hanno potuto riparare i danni del Parkinson, aggiustato cuori infartuati, riparato cornee, prodotto insulina e comunque hanno viaggiato per il corpo a riparare ferite. Un esempio di clonazione sperimentato un mese fa all’università di Seul è prendere una cellula adulta da un organismo malato, estrane il materiale genetico del nucleo, trasferirlo in un ovocita e “convincere” chimicamente l’ovocita di essere stato fecondato, ottenendo così un embrione personalizzato, cioè volto a riparare una determinata malattia.
Si potrebbe osservare che così facendo l’astuzia farmaceutica può diventare un ricordo e dunque la ricerca essere un nemico delle multinazionali del farmaco. Può essere, anche se questo non è il dibattito di oggi, bensì l’interrogativo se continuando su questa strada la scienza non giunga alla clonazione umana.
No è la risposta dei ricercatori seri di tutto il mondo. Per tutti valga il giudizio di David Baltimore, Premio Nobel per la medicina 1975: <Le staminali sono destinate a diventare un importante strumento di ricerca biomedica e  quei Paesi che ne bandiranno o ne limiteranno gravemente l’uso rischiano di declassare i loro scienziati nel mondo delle scienze biologiche>.
L’incontro con Carlo Alberto Redi sarà condotto dal giornalista Sergio Buonadonna, che cura i Grandi Incontri per conto dell’assessorato alla cultura del Comune di Sanremo. Parteciperà Adriana Albini, vicedirettore dell’istituto Tumori di Genova.