Disturbo del comportamento alimentare: la bulimia nervosa

27 ottobre 2016 | 09:50
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Disturbo del comportamento alimentare: la bulimia nervosa

E’ un disturbo piuttosto diffuso, prevalente nel sesso femminile, con frequente sovrappeso corporeo nella storia clinica del soggetto ed esordio in adolescenza

La bulimia nervosa e’ un disturbo del comportamento alimentare, oggi piuttosto diffuso, prevalente nel sesso femminile, con frequente sovrappeso corporeo nella storia clinica del soggetto ed esordio in adolescenza, spesso associato con una dieta tesa a perdere peso.

E’ caratterizzata da frequenti episodi di ingestione di grandi quantità di cibo, in condizioni di stati d’animo negativi come noia, tristezza, rabbia, ansia, con modalità compulsiva, incapace a trattenersi dall’iniziare o ad interrompere l’assunzione del cibo se non a causa dell’esaurimento delle scorte o per l’insorgenza di dolore da distensione dello stomaco. Fanno seguito a queste crisi bulimiche, che consentono un temporaneo sollievo allo stato d’animo spiacevole che precedeva la crisi, intensi sentimenti di colpa, vergogna, depressione per aver ceduto all’impulso, preoccupazione per il possibile aumento ponderale, manovre di eliminazione come vomito auto provocato o di neutralizzazione con lassativi o diuretici col possibile rischio di squilibri idro-elettrici, erosioni dello smalto dentario per il frequente contatto con i succhi gastrici.

L’abbuffata si presenta, come una difficoltà nel controllo degli impulsi che fa avere un’assunzione incontrollata di cibo. Puo’ essere indicata come una tensione coercitiva che porta a ingerire tutto in uno stato di sospensione della coscienza. Il processo delle abbuffate e’ caratterizzato come una fuga dalla consapevolezza di se’. I pazienti descrivono durante un episodio di abbuffata di sentirsi come depersonalizzati e forzati da una forza incontrollabile esterna, e inoltre sono raccontate come distorsioni del tempo e derealizzazione. L’intensità del dolore, la paura improvvisa di assorbire le calorie o un evento esterno che attira l’attenzione interrompono tali esperienze. Il successivo vomito viene accompagnato spesso da un ritorno alla realta’.

I pensieri disfunzionali che causano e mantengono le abbuffate sono: il perfezionismo e i pensieri dicotomici del tipo tutto o nulla, cercando di mantenere il proprio corpo a un regime calorico molto basso, ideale perfezionistico che porta inevitabilmente alla messa in atto di piccole trasgressioni che quando si verificano, sono percepite dal soggetto come perdita di controllo a cui e’ impossibile rimediare, per questo una volta innescata la catena la persona continua a mangiare senza nessun freno. L’unica soluzione, a questo punto e’ liberarsi da quello che ha mangiato attraverso il vomito. Il timore di ingrassare e la bassa autostima centrata principalmente sul peso corporeo, sulla forma del suo corpo e sulla capacita’ di controllare questi ultimi, provocano il ripetersi delle abbuffate.

Conseguentemente a tali criteri di valutazione, la persona con bulimia nervosa manifesta una tormentosa preoccupazione per il proprio peso e per la forma del corpo, i quali diventano oggetto di controllo ossessivo quotidiano. Oltre alla presenza di pensieri disfunzionali, si riscontra una difficoltà a tollerare le emozioni negative. Le abbuffate creano uno stato di piacevolezza, questa piacevole sensazione serve a bloccare le emozioni negative. Tale comportamento va ad alimentare un circolo vizioso, sopprime le emozioni negative attraverso il cibo portando a non risolvere i problemi e favorendo l’abbuffata successiva.

In che cosa i pazienti affetti da bulimia nervosa si distinguono da quelli con anoressia nervosa? I pazienti con bulimia nervosa si distinguono da quelli con anoressia essenzialmente per la presenza di un peso normale e per il maggior ricorso alle abbuffate e a comportamenti compensatori quali: l’induzione del vomito e l’uso dei purganti. La bulimia, spesso, prende le forme del secondo tempo dell’anoressia. Nel trattamento di tale patologia si utilizza la terapia farmacologica con impiego di antidepressivi e la psicoterapia con l’obiettivo di imparare a riconoscere i pensieri disfunzionali e a gestire le emozioni negative, interrompendo il circolo vizioso innescato.

Dott.ssa Daniela Lazzarotti
www.danielalazzarotti.com
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