Mons. Filipazzi, incardinato nella Diocesi di Ventimiglia – Sanremo, ordinato Vescovo dal Papa
In rappresentanza della Diocesi di Ventimiglia – Sanremo, erano presenti: il Vescovo Diocesano, Mons. Alberto Maria Careggio, don Marco Gasciarino e don Zeno Locatelli
La fede "non è una cosa del passato" e bisogna lavorare per "la giustizia, l’amore e la pace". È il messaggio che il Santo Padre, Benedetto XVI, ha affidato ai cinque nuovi vescovi ordinati oggi in San Pietro, durante l’omelia. Tra loro anche Mons. Antonio Guido Filipazzi, nato a Melzo (Milano) l’8 ottobre 1963, ordinato sacerdote il 10 ottobre 1987 e incardinato nella Diocesi di Ventimiglia – Sanremo. È Laureato in Diritto Canonico. Entrato nel Servizio diplomatico della Santa Sede il 1° luglio 1992, ha prestato successivamente la propria opera nelle rappresentanze Pontificie in Sri Lanka, Austria, Germania e presso la Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato.
Con i suoi 48 anni (li compirà a ottobre) è il più giovane tra i Nunzi Apostolici (ambasciatore della Santa Sede).
In rappresentanza della Diocesi di Ventimiglia – Sanremo, erano presenti: il Vescovo Diocesano, Mons. Alberto Maria Careggio, don Marco Gasciarino, don Zeno Locatelli e don Emilio Bettini, Vice direttore dell’Ufficio Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma, anch’egli incardinato nella Diocesi di Ventimiglia – Sanremo.
Domani, domenica 6 febbraio, Mons. Antonio Guido Filipazzi, celebrerà la sua prima Messa Pontificale presso la Basilica di Sant’Apollinare alle Terme Neroniane Alessandrine e domenica prossima, 13 febbraio celebrerà la sua Prima Messa a San Pietro in Gessate (MI), paese d’origine.
“La messe è abbondante – anche oggi, proprio oggi – ha detto il Papa nell’omelia – . Anche se può sembrare che grandi parti del mondo moderno, degli uomini di oggi, volgano le spalle a Dio e ritengano la fede una cosa del passato – esiste tuttavia l’anelito che finalmente vengano stabiliti la giustizia, l’amore, la pace, che povertà e sofferenza vengano superate, che gli uomini trovino la gioia. Tutto questo anelito è presente nel mondo di oggi, l’anelito verso ciò che è grande, verso ciò che è buono. È la nostalgia del Redentore, di Dio stesso, anche lì dove Egli viene negato”. Quindi ha aggiunto: “Stiamo attenti che la fede si esprima sempre nell’amore e nella giustizia degli uni verso gli altri e che la nostra prassi sociale sia ispirata dalla fede; che la fede sia vissuta nell’amore”.