Salvò la vita a famiglia ebrea |
Sanremo
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Monsignor Maurizio Raffa nominato a Roma “Giusto tra le Nazioni”

24 novembre 2009 | 15:10
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Monsignor Maurizio Raffa nominato a Roma “Giusto tra le Nazioni”

La toccante cerimonia si è tenuta presso la chiesa di San Giovanni Battista dei Genovesi nella capitale alla presenza dell’Ambasciatore d’Israele in Italia. Il canonico ligure nacque a Baiardo il 14 luglio del 1906

Era presente pure l’Ambasciatore d’Israele in Italia, Sua Eccellenza Ghideon Meir, lunedì scorso a Roma nel chiostro della chiesa di San Giovanni Battista dei Genovesi alla suggestiva cerimonia di conferimento alla memoria del titolo di “Giusto tra le Nazioni” a Mons. Maurizio Raffa, il sacerdote della nostra Diocesi che nel terribile biennio 1943- 1944 salvò, ospitandola in casa, una famiglia ebrea, proveniente dal Ghetto della Capitale, destinata ad essere deportata nei campi di sterminio della Germania nazista. Quella di “Giusto tra le Nazioni” è un’onorificenza istituita dallo Stato d’Israele subito dopo la sua formazione, nel secondo dopoguerra, per onorare tutte quelle persone che in Europa misero a rischio la propria incolumità per salvare persone di etnia ebraica dall’Olocausto. Per ogni insignito del titolo, a Gerusalemme in un apposito parco della Rimembranza, viene piantato un albero e così oggi una pianta è stata piantata per onorare Mons. Raffa.
Il canonico ligure nacque a Baiardo il 14 luglio del 1906. Rimasto orfano da piccolo, fu allevato dalla madre Maria Taggiasco secondo i più cristallini principi cristiani. Entrato da adolescente in Seminario a Ventimiglia, allora sorgeva accanto alla Cattedrale in città alta, prese i voti nel 1929 e celebrò la sua prima messa a Sanremo. Ben presto però le sue doti intellettuali non comuni furono notate dalle gerarchie ecclesiastiche che lo vollero a Roma al servizio del Vaticano. Nella capitale gli fu assegnata la chiesa di San Giovanni Battista dei Genovesi. A Roma Mons. Raffa perfezionò i propri studi in campo musicale e la sua abitazione ben presto divenne un cenacolo di intellettuali soprattutto impegnati nel campo delle scienze e della musica.
Nel 1938 però l’Italia fascista strinse il proprio Patto d’Acciaio con la Germania nazista e Mussolini, per non sfigurare di fronte all’alleato Hitler, fece promulgare dal Re Vittorio Emanuele III le vergognose leggi razziali che discriminavano le cosiddette “ razze inferiori”, tra cui per l’appunto gli ebrei. La situazione per essi divenne di giorno in giorno più difficile e molti riuscirono ad espatriare negli Stati Uniti d’America. Non così la famiglia Di Castro che preferì rimanere a Roma all’interno del Ghetto, uno dei più antichi rioni della capitale.
La situazione precipitò nel 1943 quando, dopo l’otto Settembre, i tedeschi occuparono Roma ed iniziarono con le deportazioni dei giudei nei campi di sterminio. Il Santo Padre Pio XII° ordinò al clero di dare rifugio ai fuggiaschi all’ombra di chiese, conventi e monasteri. Fu così che Mons. Raffa ospitò a San Giovanni Battista dei Genovesi la famiglia Di Castro preservandola sino alla liberazione della città avvenuta per mano degli alleati nel 1944. Nei giorni scorsi, alla presenza di una discendente della famiglia salvata, la signora Margherita, ed al cospetto dei nipoti Maurizio e Carla emozionantissimi, il presidente della comunità ebraica della capitale, Riccardo Pacifici, e l’Ambasciatore d’Israele in Italia hanno finalmente riconosciuto i meriti del prelato.   
Sergio Bagnoli