Omicidio Corica, arrestato in Costa Azzurra dalla Mobile il killer latitante Maurizio Chiappa

Il latitante ventimigliese Maurizio Chiappa, 53 anni, condannato a 21 di reclusione per l'omicidio di Aurelio Corica, giustiziato a Ventimiglia, all'alba dell'8 giugno del 1989, e' stato arrestato, stamani, mentre passeggiava in bicicletta, in localita' Golf Juan, ad Antibes, nel cuore della Costa Azzurra, dagli investigatori della sezione criminalita' organizzata della Squadra Mobile di Imperia, con la polizia giudiziaria di Nizza.

Il delitto, consistente in una vera e propria esecuzione – gli spararono al volto – maturo' nell'ambito della 'guerra', in atto a cavallo tra il 1980 e il 1990, tra le famiglie criminali calabresi, presenti in provincia di Imperia, per il controllo del traffico di sostanze stupefacenti. La Corte di Assise di Appello di Milano ritenne Chiappa, assieme al complice Roberto Cima (oggi latitante), responsabili dell'omicidio ed entrambi furono condannati a 21 anni di reclusione.

Il primo processo vide l'assoluzione dei due imputati, dopo la ritrattazione dei testimoni, ma l'ostinazione degli investigatori consenti', anche con le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, di presentare un quadro probatorio che porto' alla condanna definitiva di entrambi, resisi latitanti dalla fine del 2003, quando la sentenza divenne esecutiva. L'arresto di Chiappa e' stato consentito dalle indagini finalizzate al suo rintraccio condotte dalla Squadra Mobile imperiese – diretta dal vice questore aggiunto Raffaele Mascia (nella foto a fianco) – nel corso delle quali era emersa, negli ultimi giorni, la sua presenza in Costa Azzurra. Pertanto, in collaborazione con l'Interpol, gli investigatori della Mobile si sono recati in Francia.

Sono stati effettuati appostamenti per diversi giorni ed oggi, alle 12.30, il latitante e' stato individuato mentre si spostava con una bicicletta nella localita' turistica francese di Golf Juan ed e' stato immediatamente bloccato. Chiappa, che e' originario di Ariccia (Roma) era in possesso, oltre che di alcune migliaia di euro, anche di falsi documenti di identita' e l'individuazione e' stata possibile grazie al riconoscimento de visu operato dagli investigatori italiani. L'arrestato sara' condotto presso un istituto penitenziario transalpino per la successiva estradizione in Italia.